Con Zona dantesca si intende oggi una porzione del centro storico di Ravenna che trova nella Tomba di Dante — il tempietto neoclassico progettato da Camillo Morigia nel 1780-1781 per ospitare le spoglie mortali del sommo Poeta il suo fulcro principale, e che è frutto di una serie di interventi urbanistici condotti fra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso che hanno conferito all’area quelle caratteristiche che tuttora la connotano, facendole guadagnare l’appellativo di “Zona del silenzio”.

All’origine dell’intervento di sistemazione vi fu infatti l’intento di creare una zona di pace e tranquillità attorno al sepolcro dantesco, isolandolo dal traffico e dal frastuono della vita cittadina e conferendo al luogo quella dimensione di raccoglimento e sacralità che nelle intenzioni dei promotori dell’opera doveva spettare all’“ultimo rifugio” terreno dell’Alighieri.

Attraverso una serie di demolizioni e ricostruzioni, aperture di nuove piazze e deviazioni del traffico cittadino, la sistemazione di tale zona fu un intervento fondamentale nella storia urbanistica di Ravenna, ma l’episodio non rimase relegato al contesto locale: fu infatti anche grazie all’interessamento diretto dell’allora Governo fascista che i lavori furono possibili, a dimostrazione della centralità che la figura di Dante ha sempre rivestito nell’identità culturale non solo ravennate ma dell’intera Nazione.

Questa mostra virtuale, attraverso una selezione di documenti del fondo della Prefettura di Ravenna conservato presso l’Archivio di Stato di Ravenna, nella giornata che celebra Dante Alighieri intende ricordare alcuni momenti della vicenda di una delle mete dantesche per eccellenza, la Zona dantesca, luogo del riposo del Poeta e spazio fortemente legato alla sua memoria.

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