La scheda
Versione virtuale della mostra allestita presso l’Archivio di Stato di Ravenna nel settembre 2020, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio.
La mostra si incentra sui documenti giudiziari relativi al furto, un evento che ebbe una risonanza internazionale per il quale non furono mai rintracciati i colpevoli, e non fu mai recuperata la refurtiva. Il corposo fascicolo delle indagini è stato individuato e studiato durante i complessi lavori di riordino del fondo del Tribunale di Ravenna.
Cura e testi di Michela Dolcini e Fabio Lelli, in collaborazione con Paola Novara, Gioia Boattini, Dario Taraborelli e il Museo Nazionale di Ravenna.
I lavori di riordinamento dell’archivio del Tribunale di Ravenna hanno permesso di ritrovare un fascicolo sul furto della cosiddetta Corazza di Teodorico. Avvenuto nella notte fra il 19 e il 20 novembre 1924 al Museo Nazionale, si tratta di un crimine che ha avuto una grande risonanza nazionale ed internazionale. Rimane tuttora un mistero irrisolto: non sono stati individuati i colpevoli, e neppure la preziosissima refurtiva è mai stata rintracciata.
Il corposo fascicolo che ci racconta il furto e le indagini che ne seguirono faceva parte dell’archivio del Giudice Istruttore del Tribunale di Ravenna. Contiene i verbali degli interrogatori e delle perquisizioni, le relazioni della polizia scientifica, le comunicazioni e i telegrammi fra le parti coinvolte; ma anche lettere, foto, cartoline e oggetti personali sequestrati agli indagati. I reperti rimasti sono attualmente esposti presso il Museo Nazionale di Ravenna.
La mostra documentaria allestita nella sede dell’Archivio di Stato di Ravenna intende ripercorrere le tappe di questa intricata vicenda, a partire dal ritrovamento nel maggio del 1854, fino all’archiviazione del furto nel giugno 1925.