La Chiesa e la leggenda della Madonna greca

Secondo la leggenda il Monastero di Santa Maria in Porto deve le proprie origini a Pietro degli Onesti. Di nobile famiglia ravennate, sin dalla giovinezza si dedica alla vita ecclesiastica e si distingue per pietà, umiltà e penitenza, tanto da farsi chiamare “peccatore”. Nel 1080, amareggiato per il comportamento scismatico dell’arcivescovo Guiberto, si reca in esilio volontario in Terra Santa. Nel 1096, mentre rientra in patria, viene sorpreso in nave da una violenta tempesta, e fa un voto a Maria Vergine di erigere una nuova chiesa qualora si fosse salvato. Approda nei pressi del porto di Ravenna e si ferma nella piccola chiesa di S. Maria in Fossula. Qui inizia a costruire la nuova chiesa come adempimento del voto.

L’8 aprile 1100, nella domenica in albis, Pietro e i suoi compagni stanno officiando la messa nella nuova chiesa quando dal mare appare miracolosamente l’effige della Madonna Greca. Diffusasi la notizia del miracolo, la Madonna Greca diviene oggetto di culto, in grado di richiamare un gran numero di pellegrini, ragion per cui i canonici iniziarono la costruzione del Monastero.

Nel 1420 ai canonici portuensi subentrano i lateranensi per volontà di Papa Marsilio V, con l’incarico di ristabilire la regola e restaurare il cenobio.

Dopo contrasti con i veneziani, che stavano ostacolando il loro progetto di realizzarla a lato della chiesa di S. Maria in Porto Fuori, viene deciso di costruire un nuovo monastero all’ estremità meridionale della città, in un terreno occupato da case che vennero demolite nel 1496. I lavori del monastero dove venne collocata la Madonna Greca, iniziarono quello stesso anno e terminarono nel 1509, ma i canonici lateranensi vi si insediarono già a partire dal 1503.

La nuova chiesa e l’indulgenza plenaria

Nel 1511 il monastero ospitò Papa Giulio II, che concesse, con una solenne bolla papale, l’indulgenza plenaria ai visitatori della chiesa che si progettava di costruire.

Il progetto per la costruzione fu realizzato dall’architetto ravennate Bernardino Tavella, la costruzione della grande Basilica venne iniziata solo nel 1553 e si protrasse per diversi anni; la solenne consacrazione si ebbe il giorno 8 ottobre 1606 da parte dell’arcivescovo di Ravenna insieme al cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini.

Nel 1784, fu ultimata la facciata, opera di Camillo Morigia.

I documenti

L’esistenza di un edificio di culto è gia documentata in una pergamena datata 2 agosto 1062, quando Oddo figlio di Amabile, ed altri di quella famiglia donano alla Chiesa di S. Maria, fondata nel luogo detto Fossula, ventiquattro tornature nella Pieve di S. Zaccaria.

La carta più antica che si conosce relativa alla zona risale al XIV secolo e riproduce la situazione ambientale precedente al 1260. Orientata ad est, indica ad ovest S. Maria Rotonda e l’abitato di Ravenna e a sud il porto di Cesare. Nel recto il compilatore specifica: “disegno di come stava ed era situata la nostra isola dove c’è da oltre duecento anni la chiesa portuense”.

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