COSTRUIRE UNA CITTÀ

La stazione ferroviaria

Il 23 agosto 1863 si inaugurò il nuovo tratto ferroviario tra Ravenna e Castel Bolognese alla presenza del principe Eugenio Carignano di Savoia. In tale occasione entrò in funzione per la prima volta anche l’illuminazione a gas delle strade cittadine. I giornali locali descrissero la meravigliosa luce a giorno che illuminò le vie di Ravenna prima solo debolmente rischiarate da tremule fiammelle a olio.

La stazione ferroviaria andò a occupare l’area davanti alla darsena, sostituendo per un tratto le vecchie mura, a sud della Rocca Brancaleone per la linea Ravenna-Castel Bolognese, e poi per un altro tratto verso Porta Alberoni per la linea Ravenna-Rimini dal 1883. Complessivamente furono abbattute cinquecentotrenta metri di mura.

La busta 88 della Prefettura di Ravenna, Archivio generale, del 1863 conserva le pratiche relative agli espropri necessari per la costruzione del tratto Ravenna-Castel Bolognese e di quelli necessari per l’edificazione della stazione. Numerosi sono anche i reclami degli espropriati che si lamentano della cifra esigua ottenuta come rimborso. Fra gli espropriati per la costruzione della stazione compaiono anche i nomi di alcuni notabili ravennati come il Conte Ferdinando Rasponi e la famiglia di notai Malagola.

A contorno della stazione ferroviaria furono realizzati importanti lavori: l’apertura di un viale alberato nel 1865 che tagliava il Corso Garibaldi (attuale via di Roma), un ampio piazzale, anch’esso alberato, davanti alla stazione, giardini pubblici alla destra del nuovo viale, che divennero il luogo di passeggio serale e di spettacoli all’aperto. Dopo l’apertura del viale, denominato semplicemente “stradone della stazione” prima del’intitolazione a Luigi Carlo Farini nel 1878, si decise di rettificare anche il proseguimento verso la piazza Vittorio Emanuele (attuale piazza del Popolo). Ai lati del viale sorgevano l’Ospedale e la chiesa di San Giovanni Evangelista, il ricovero di mendicità Baronio costruito nel 1898 e la fabbrica di cristalli, come è possibile vedere nei disegni della città di Gaetano Savini. Durante la Seconda Guerra Mondiale tutta la zona subì ingentissimi danni, che portarono anche ad una profonda variazione degli spazi cittadini.

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