19/11/1924 – IL FURTO DELLA CORAZZA DI TEODORICO

L’intervento della Polizia Scientifica

La Scuola Superiore di Polizia Scientifica fu fondata nel 1902 dal Salvatore Ottolenghi. Membro di una famiglia astigiana molto attiva nella comunità ebraica locale, studiò con Cesare Lombroso e si laureò in medicina. Particolarmente interessato all’antropologia criminale e alla psichiatria forense, insegnò medicina legale prima a Torino e poi a Siena dal 1895, dove diffuse con i suoi corsi le pratiche più avanzate di analisi della scena del delitto, conservazione dei reperti, analisi dattiloscopica. Nel 1897 fondò, con il funzionario di Pubblica sicurezza Giuseppe Alongi di Palermo la “Rivista di Polizia scientifica”.

Salvatore Ottolenghi

Nel 1902 propose al direttore generale della Pubblica sicurezza Francesco Leonardi di attivare degli insegnamenti di indagine scientifica rivolti ai funzionari dell’amministrazione, e questo primo ciclo di lezioni, impartite a Roma a vicecommisari e funzionari di Pubblica Sicurezza, segna l’atto di nascita della Scuola Superiore di Polizia Scientifica. Trasferitosi a Roma Ottolenghi divenne ordinario di Medicina Legale e fondò l’Istituto di medicina legale della stessa università. Dal 1909 un corso trimestrale di polizia scientifica divenne obbligatorio per tutti i delegati e i funzionari di Pubblica Sicurezza. Accanto all’attività didattica la Scuola forniva anche importanti consulenze tecniche e servizi per le amministrazioni dello Stato. Ottolenghi promosse l’apertura di uffici di segnalamento e fotografia giudiziaria nelle principali questure del Regno, portando all’istituzione del Casellario Centrale, e si impegnò fortemente nella costruzione di una rete internazionale delle polizie, favorendo gli scambi tra le scuole dei diversi paesi e partecipando alle esposizioni e ai congressi internazionali.

La sua attività fu molto apprezzata da tutti i governi che si succedettero nel corso della sua carriera, da Giolitti fino a Mussolini. Ottolenghi fu un convinto sostenitore del fascismo, e il suo intento fu quello di offrire alla dittatura tutta la sua esperienza per una più efficace repressione nel campo della polizia giudiziaria e politica. Morì nel 1934, quattro anni prima delle infami leggi razziali del 17 novembre 1938 con le quali, lui ebreo di genitori ebrei, avrebbe perso tutti i suoi incarichi.

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