Anche la storia del ritrovamento dei frammenti della Corazza è segnata da un furto e da una perdita irreparabile. Possiamo ricostruirne la vicenda leggendo il fascicolo relativo agli scavi e alle scoperte, conservato nel fondo della Legazione Apostolica di Ravenna. Il carteggio coinvolge il Delegato Apostolico, la Deputazione Archeologica, l’appaltatore, il Ministero del Commercio e dei Lavori Pubblici, il Ministero delle Belle Arti, e la Direzione Generale Polizia: anche gli enti governativi dello Stato della Chiesa venivano informati e aggiornati sull’esito della ricerca e delle indagini dei pezzi trafugati.
30 maggio 1854
La Direzione Generale di Polizia di Roma chiede al Legato Apostolico di essere informata sui ritrovamenti
Una delle prime ipotesi, accolta da questa lettera, è che durante gli scavi ci si sia imbattuti nella tomba del Re Odoacre
Lettera della Deputazione Comunale Archeologica al Delegato Apostolico del 9 giugno 1854
La Deputazione Archeologica riferisce su altri ritrovamenti di tombe e scheletri, alcuni anche con mani e piedi inchiodati
Dai primi mesi del 1854 circa seicento operai lavorano all’allargamento del Canale Corsini, presso la darsena. I lavori sono stati appaltati a Luigi Trombetti, e approvati dal legato apostolico monsignor Achille Maria Ricci. A partire dai primi di maggio, presso lo squero iniziarono trovarsi tumuli di forme differenti, anfore e urne in terracotta o in marmo che contenevano ossa e scheletri, e, sepolti nella nuda terra, una grande quantità di corpi, qualcuno con chiodi nelle mani e nei piedi.
Il Ministro per i lavori pubblici ringrazia per l’invio dei “disegni coloriti” dei reperti
I disegni acquerellati sono una delle pochissime testimonianze sui reali colori dei frammenti. Una copia degli stessi viene conservata dall’Archivio Storico Comunale
Disegni acquerellati dei reperti
Archivio Storico Comunale, busta speciale 123, allegato D al n. 1741 del 1855
Non appena si fecero le prime scoperte fu nominata una Commissione archeologica comunale con lo scopo di preservare i ritrovamenti. La Commissione era composta “dall’illustrissimo signor Donati, anziano comunale, il molto reverendissimo signor Don Paolo Pavirani, bibliotecario, e Massi Romualdo, ingegnere primario municipale” (dalla magistratura municipale al delegato apostolico del 21 maggio).