Il casellario giudiziale è stato introdotto in Francia all’inizio dell’Ottocento, all’interno di quella grande opera di creazione di istituzioni e diritti positivi dell’epoca napoleonica. Si trattava inizialmente della notazione in appositi registri dei precedenti penali e delle condanne di individui pregiudicati. Nel 1833 si passerà dai registri alla schede alfabetiche, e nel 1855 le schede verranno centralizzate per tutto lo Stato in un unico Ufficio, il Casellario Centrale. Il modello francese venne adottato prima nel Regno delle Due Sicilie, e poi dal 1865 nel regno d’Italia. Dai primi del novecento si stabilizza la struttura dei casellari locali, e del casellario centrale. Erano le Questure gli uffici demandati alla raccolta delle schede. Nel 1906 si inizia anche a redigere una statistica criminale, in armonia con gli orientamenti della Scuola di Polizia Scientifica, la cui influenza è determinante nella scelta delle schede e dei modi per compilarle.

In mostra troverete alcuni esempi di schede, redatte su prestampati che volevano indirizzare il compilatore a riportare con precisione non solo i fatti penali o comunque rilevanti a livello criminale, ma anche l’aspetto e il comportamento generale dell’individuo. Allegato ai fascicoli un affascinante vademecum della Scuola di Polizia Scientifica sulla classificazione dei visi. Difficile non leggere l’influsso degli studi di Cesare Lombroso sulle foto che fanno da corredo al libretto.

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